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IL CAVALIERE DEI SETTE REGNI
Credo di aver finito di leggere il quinto volume delle “Cronache del ghiaccio e del fuoco” attorno alla fine dell’estate del 2019.
Subito dopo, ho iniziato a leggere “Il grande sonno” di Raymond Chandler e, rispetto allo stile stagnante degli ultimi romanzi di George Raymond Richard Martin, devo dire che fu una ventata di aria fresca.
Un paio di settimane fa ho finito “Fuoco e sangue”, sempre di Martin. Avevo deciso di leggere il libro prima di fiondarmi sulla serie TV, e così ho fatto.
L’ho trovato, tutto sommato, avvincente fino all’ultimo quarto, ossia gli ultimi quattro o cinque capitoli che parlano degli eventi successivi alla fine della Danza dei Draghi, dove il libro perde, per me, di ritmo e di interesse.
Deluso dal finale, mi ero quasi riproposto di passare ad altro, ma poi ho deciso di finire la serie di romanzi di Martin dedicati al mondo del ghiaccio e del fuoco, e mi sono prontamente messo a leggere “Il cavaliere del Sette Regni”.
È formato da tre racconti “lunghi” che, insieme, formano tutto il libro. Ho letto e apprezzato il primo, nel quale facciamo la conoscenza del cavaliere Duncan l’Alto e del suo fido scudiero Egg. Non dico altro per non fare spoiler.
Ora sono nel cuore del secondo racconto e, magari, tornerò a scrivere qui sotto non appena avrò finito anche questa opera di George R. R. Martin. 