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#consiglio

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Vedo che sta vincendo il . Grazie per i consigli e le delucidazioni amici di LS!

Consigliate qualche modelo in particolare? Ho visto che sul sito c'è il Nia ricondizionato (vecchio modello?) a 79 euro con custodia in regalo. Lo dico subito: non sono uno che usa la penna.

Post rivolto a coloro che hanno e/o usano un e-reader.
Sto pensando di prenderne uno, ma ho un dilemma: Kindle o Kobo?
(Ignorate i tre giorni di tempo per rispondere.)

Un #consiglio importante (più per me che per voi).

Quando fate un cartello strafico scriveteci, in un posto e con un colore non intrusivo, anche il nome del file, come fanno i tipofraghi professionisti, così non perderete tempo per cercarlo se volete fare modifiche.

Quello sotto faccio prima a rigenerarlo in LibreOffice Calc che a cercarlo tra tutti i miei dischi.

Il Piano Solo prende nome dall’ipotesi di utilizzare solo unità di carabinieri

Le elezioni politiche del 28 aprile 1963 rivelano una leggera radicalizzazione delle preferenze politiche degli italiani. La DC scende per la prima volta sotto il 40 per cento, ottenendo il 38,3 per cento dei voti rispetto al 42,4 di cinque anni prima. I maggiori beneficiari della flessione democristiana sono i liberali, la cui coerente opposizione al Centro Sinistra permette di conseguire un aumento dal 3,5 al 7 per cento. A Destra i monarchici scompaiono (dal 4,9 all’1,7 per cento) ed il MSI sale pochissimo (dal 4,8 al 5,1 per cento). A sinistra il PSDI viene premiato dalla sua partecipazione al Governo Fanfani con un incremento dell’1,5 (dal 4,6 al 6,1 per cento), mentre il PSI cala impercettibilmente (dal 14,2 al 13,8 per cento). La sconfitta della Democrazia Cristiana indica un rifiuto alla politica di centrosinistra, unico elemento chiaro visibile dalle indicazioni elettorali, ma, dopo l’avventura di Tambronì, Moro e i dorotei sono decisi a continuare l’alleanza con socialisti, anche se in una forma più moderata. Le trasformazioni del paese già maturate negli anni precedenti spingono il partito cattolico a mantenere il timone a sinistra
per garantirsi il radicamento nei nuovi ceti sociali urbani emergenti, rispetto al vecchio mondo contadino in declino.
Nel mese di luglio, il Presidente americano John F. Kennedy giunge in Italia in visita ufficiale. Dopo una serie di incontri con tutti i segretari di partito e gli esponenti politici di maggior rilievo, la linea dell’apertura a sinistra viene pienamente confermata. L’appoggio statunitense alla svolta politica italiana si rivela ancora una volta contraddittoria. Kennedy, impegnato nel controllo della situazione interna che sta progressivamente sfuggendogli di mano, non può garantire un sostegno deciso al progetto. Accanto alle operazioni politiche dei collaboratori diretti della Casa Bianca, si sviluppano i piani di guerra non ortodossa in chiave anticomunista palese, che avrebbero avuto un peso notevole sul futuro dei Paese.
Nell’ottobre 1963, dopo il XXXV Congresso, il PSI è pronto a formare un nuovo Governo con i democristiani. Moro diviene Presidente Consiglio e Nenni vice Presidente. Il Dicastero del Bilancio è affidato ad Antonio Giolitti. Lombardi rifiuta la poltrona ministeriale. La partecipazione ad un Esecutivo moderato provoca una spaccatura all’interno del PSI, la corrente di estrema sinistra rifiuta di votare la fiducia e, sottoposta a provvedimenti disciplinari, di li a poco uscirà dal partito (31).
Il compromesso faticosamente raggiunto non possiede elementi duraturi. La destra è sempre più aggressiva verso i socialisti, mentre potentati economici, dall’industria all’edilizia, ed i baroni della finanza dei vecchi gruppi elettrici, scatenano un’offensiva non di poco conto. Le concessioni di Moro sul piano delle riforme – la riforma scolastica e la riforma urbanistica, meno radicale di quella di Sullo – preoccupano in modo considerevole gruppi conservatori ostili a qualsiasi forma di cambiamento. A giugno, dopo uno scontro parlamentare sulla riforma scolastica, Moro si dimette. Il Presidente della Repubblica Antonio Segni lo incarica di formare un nuovo governo, ma i negoziati sembrano prolungarsi all’infinito. Il 15 luglio viene convocato al Quirinale il Generale De Lorenzo, Comandante dell’Arma dei Carabinieri. L’evento, assolutamente anomalo, si verifica il giorno dopo la temporanea interruzione delle consultazioni tra i quattro partiti di centrosinistra e acquista quindi un significato polìtico tale da far parlare di un colpo di stato ‘virtuale’, nel senso di una vera e propria minaccia che viene fatta pesare sul capo dei dirigenti politici; una forzatura insomma delle decisioni da assumere. Il pericolo in cui versano le istituzioni repubblicane costringe Nenni a moderare la sua intransigenza, portandolo al reingresso nel nuovo esecutivo, senza nessun vantaggio rispetto al precedente governo. “Improvvisamente i partiti e il Parlamento hanno avvertito che potevano essere scavalcati. La sola alternativa […] è stata quella d’un Governo d’emergenza, affidato a personalità così dette eminenti, a tecnici, a servitori disinteressati dello Stato, che nella realtà del paese qual è, sarebbe stato il Governo delle Destre, con un contenuto fascistico-agrario-industriale, nei cui confronti il ricordo del luglio 1960 sarebbe impallidito” (32).
Una Commissione parlamentare d’inchiesta sintetizza così i fatti: “Nella primavera-estate del 1964 il generale De Lorenzo, quale comandante dell’Arma dei carabinieri, al di fuori di ordini o direttive o semplici sollecitazioni provenienti dall’autorità politica, e senza nemmeno darne notizia, ideò e promosse l’elaborazione di piani straordinari da parte delle tre divisioni dell’Arma operanti nel territorio nazionale. Tutto ciò nella previsione che l’impossibilità di costituire un governo di centrosinistra avrebbe portato a un brusco mutamento dell’indirizzo politico, tale da creare gravi tensioni fino a determinare una situazione d’emergenza” (33).
E’ il cosiddetto “Piano Solo”. Prende nome dall’ipotesi di utilizzare solo unità di carabinieri per affrontare possibili emergenze. Il piano prevede un insieme di iniziative tra cui l’occupazione della RAI-TV, il controllo delle centrali telefoniche e telegrafiche, il fermo di numerosi esponenti della vita nazionale. Bruno Trentin, ex Segretario Generale della CGIL, ricorda: “Che ci sia stato un clima di forte tensione e anche di allarme, non solo nei partiti della sinistra, ma anche nel movimento sindacale è indubbio. Come è vero che vi sono stati giorni in cui dirigentí sindacali erano, almeno nella CGIL, in situazione di preallarme e avevano provveduto in alcuni casi a trovare delle seconde abitazioni. Che siano state utilizzate, francamente non ne ho conoscenza, a parte qualche caso sporadico” (34).
Lo scandalo del ‘Piano Solo’ scoppierà un paio d’anni più tardi e si concluderà con la sostituzione di De Lorenzo nell’incarico di capo di stato maggiore dell’esercito, dopo che il generale avrà rifiutato la proposta del ministro della Difesa, Tremelloni, di dimettersi. La polemica tornerà a divampare in seguito a una querela per diffamazione aggravata contro il settimanale “L’Espresso”, diretto da Eugenio Scalfari, ‘reo’ di avere pubblicato un articolo di Lino Jannuzzi dal titolo “Finalmente la verità sul SIFAR. 14 luglio 1964: complotto al Quirinale. Segni e De Lorenzo preparano un colpo di Stato”. Racconta il giornalista: “Il governo e lo stesso presidente della Repubblica smentirono le nostre rivelazioni. Il generale De Lorenzo ci querelò e il tribunale, a cui il governo aveva rifiutato i documenti con la scusa del segreto militare, ci condannò. Ma intanto il Parlamento aveva deciso di fare su tutta la questione un’inchiesta parlamentare. Per la prima volta nella storia d’Italia il Parlamento poté mettere il naso nelle cose segrete del mondo militare. Questa commissione, sia pure sfumando e censurando alcune cose, accertò che i fatti erano veri” (35).
La Commissione Parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia nella proposta di relazione redatta dal Presidente Giovanni Pellegrino, spiega “che la valenza e la destinazione funzionale del Piano non può cogliersi astraendosi da un lato dalla considerazione che il piano non fu mai attuato, sicché si è in presenza – come già per Gladio – di una sostanziale potenzialità operativa; dall’altro dalla circostanza che ciò malgrado sembra difficile negare che la predisposizione del piano ebbe un’indubbia influenza sugli esiti della vicenda politica nell’estate del 1964. Sul punto, in altri termini appare improduttivo alla Commissione indugiare sulla “realtà” di un progetto golpista da parte del generale De Lorenzo (e cioè domandarsi se si tratta di una minaccia reale, poi non realizzata per motivi che resterebbero oscuri, dato che di essa si ebbe notizia solo alcuni anni dopo) – ovvero se non vi sia stato nulla di tutto ciò ma soltanto un improvvido attivismo del generale; un maldestro eccesso di zelo la cui importanza sarebbe stata a torto enfatizzata negli anni successivi. Più fondato appare alla Commissione riconoscere che a fondamento di una valutazione finale possano valere giudizi espressi sul punto da due protagonisti della vicenda politica e cioè da Nenni da un lato, Moro dall’altro, giudizi che, pure formulati a circa un quindicennio di distanza l’uno in condizioni diversissime, appaiono sostanzialmente coincidenti”.
Molti anni dopo, prigioniero delle Brigate Rosse, l’on. Moro avrebbe così descritto la vicenda: “Nel 1964 si era determinato uno stato di notevole tensione per la recente costituzione del centrosinistra […] per la nazionalizzazione dell’energia elettrica […], per la crisi economica che per ragioni cicliche e per concorrenti fatti politici si andava manifestando. Il presidente Segni, uomo di scrupolo, ma anche estremamente ansioso, tra l’altro, per la malattia che avrebbe dovuto colpirlo da lì a poco, era fortemente preoccupato. Era contrario alla politica di centrosinistra. Non aveva particolare fiducia nella mia persona che avrebbe volentieri cambiato alla direzione del Governo. Era terrorizzato da consiglieri economici che gli agitavano lo spettro di un milione di disoccupati di lì a quattro mesi. […] Fu allora che avvenne l’incontro con il generale De Lorenzo [….]. Per quanto io so il generale De Lorenzo evocò uno dei piani di contingenza, come poi fu appurato nell’apposita Commissione parlamentare di inchiesta, con l’intento soprattutto di rassicurare il Capo dello Stato e di pervenire alla soluzione della crisi” (36). E’ un giudizio che viene ulteriormente precisato, nel corso del memoriale, laddove può leggersi: “il tentativo di colpo di Stato nel ’64 ebbe certo le caratteristiche esterne di un intervento militare, secondo una determinata pianificazione propria dell’Arma dei Carabinieri, ma finì per utilizzare questa strumentazione militare essenzialmente per portare a termine una pesante interferenza politica rivolta a bloccare o almeno fortemente dimensionare la politica di centrosinistra, ai primi momenti del suo svolgimento” (37).
Queste valutazioni sostanzialmente coincidono con quelle espresse da Nenni nell’immediatezza dei fatti (vedi nota 32): unica alternativa ad una riedizione dei governo di centrosinistra era quella di un Governo di emergenza, affidato a tecnici, che nella realtà del Paese quale era, avrebbe avuto il sostegno delle destre ed avrebbe attivato una situazione di tensione. “Non sembra dubbio alla Commissione che il Piano Solo era destinato ad acquisire attualità operativa appunto in previsione di tale evenienza, con modalità che si ponevano al di fuori dell’ordinamento costituzionale. Così come è indubbio che la percezione in sede politica di tale possibile evenienza valse a determinare, come Moro esattamente noterà quindici anni più tardi, un forte ridimensionamento della politica di centrosinistra ai primi momenti del suo svolgimento. Né vi è dubbio che ciò corrispondesse agli interessi perseguiti da settori dell’amministrazione statunitense (o cioè il depotenziamento del centro sinistra, così esorcizzando le preoccupazioni nutrite da ampi strati del ceto dirigente e imprenditoriale italiano) e che si situava all’interno di un disegno strategico più ampio di ‘stabilizzazione’ del quadro politico italiano, rispetto al quale un’involuzione autoritaria costituiva esito estremo e non gradito” (38).
[NOTE]
(31) Nel gennaio 1964, trentotto deputati e senatori abbandonano il partito per creare il PSIUP. In un intervento in Parlamento Lelio Basso afferma: “Una sola cosa non si può fare ed è quella di sacrificare l’autonomia del movimento operaio, di subordinare scelte politiche al disegno organico della classe dominante. Ed è invece proprio questo disegno organico che noi vediamo nel Governo Moro”
(32) Riflessioni di P. Nenni sull’Avanti, 26 Luglio 1964.
(33) S. Zavoli, La notte della Repubblica, I libri dell’Unità, Roma 1994, pag.21
(34) ibidem pag.22
(35) ibidem pag.22
(36) F.M. Biscione, Il Memoriale di Aldo Moro, rinvenuto in via Montenevoso a Milano, Coletti, Roma 1993, pag.45
(37) ibidem, pag.46
38) G. Pellegrino, Proposta di Relazione, Il Terrorismo, le stragi e il contesto storico-politico, pag.86,87, Roma 1994.
Lorenzo Pinto, Le “stragi impunite”. Nuovi materiali documentari per una ricerca sulla strategia della tensione, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Anno Accademico 1996-1997

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I leader del #Golfo, tra cui il #principeereditario #saudita #MohammedbinSalman, hanno incontrato i funzionari dell'#UnioneEuropea a #Bruxelles oggi, per il primo vertice #UE-#Consiglio di cooperazione del Golfo (#CCG), volto ad affrontare i crescenti conflitti in #MedioOriente e in #Ucraina. La conferma all'ultimo minuto del principe ereditario saudita ha accresciuto le aspettative per i colloqui, che si svolgono in un momento in cui l'UE cerca di rafforzare la 1/2
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Il #MinisterodegliEsteri #iraniano ha convocato l’#ambasciatore #ungherese a #Teheran, il cui paese detiene la presidenza di turno del #Consiglio dell’#UnioneEuropea (#UE), in risposta all’annuncio da parte dell’Unione Europea di nuove #sanzioni contro diverse entità e individui iraniani. I ministri degli Esteri dell’UE hanno accusato Teheran di aver inviato #missilibalistici alla #Russia per aiutare la sua invasione su vasta scala dell’#Ucraina.
Mio articolo

corrierepl.it/2024/10/16/liran

Avrei bisogno di un : ho visto che sono tornati disponibili i primi 3 numeri di A profound waste of time; qualcuno che li ha letti? Valgono la spesa? Prenderei già i primi 3 così da assorbire al massimo il costo delle spedizioni (15£ mannaggia) però non avendolo né letto né sfogliato sono un po' indeciso 😅 grazie!

Assolutamente non io che mi metto a fare i #nonogram grossi mentre sto a #lezione per far passare il #tempo e occupare le manine, prendendomi tutta la #calma dell’universo iniziando nell’ora di un professore per finire poi in quella dopo… però, scherzi a parte, è probabilmente la cosa migliore, assieme a giusto poche altre cose (sia altri #puzzle, sia attività proprio diverse), la mia impressione è che perdo meno attenzione perché non sto continuamente a passare da un pensiero all’altro in automatico perché il mio cervello vuole distrarsi, chissà se è vero. 🙃

In ogni caso, pensavo, per lo #sfizio e perché è più comodo #giocare in quel modo piuttosto che sul PC, di #comprare una collezione cartacea, why not. Soprattutto perché ho ancora tanti soldi del #bonusCultura da parte, e tempo solo fino a fine aprile per spenderli, quindi urge fare qualcosa. Ci compro sempre manga e cose, ma vado abbastanza a rilento, ahi ahi. Sto vedendo sul sito amazzonico e qualcosa di decente forse c’è, ma chiedo a voi se sapete darmi un #consiglio per un articolo preciso (sapendo che voglio dei #picross larghi e sufficientemente difficili, ma non per forza un libro che si sforza di averne troppi, sia perché se voglio portarmelo in giro all’università preferisco non sia troppo spesso, e poi perché la qualità crolla). (Ovviamente, quando lo ottengo, prima di iniziarlo, se non dovessero già esserci, vi caricherò le scansioni online, olè.) ❓

https://octospacc.altervista.org/2024/03/06/plz-consigli-per-gli-acquisti-nonogram-per-la-noia-a-lezione/

[⤴️ https://octospacc.altervista.org/2024/01/14/non-quando-mi-ricordo]

Non ricordo dove e quando, ma avevo sentito (forse in un video) un #consiglio del tipo “se non riesci a farti venire la #voglia di studiare, allora va bene, non #studiare, ma non fare nemmeno altro, mettiti lì a non #fare assolutamente #niente per 5 minuti [approssimativamente, immagino] e prima o poi per la noia ti verrà quantomeno lo sfizio di leggere/fare quello che devi“. 🙄

Ora, non so se il consiglio sottintendesse di stare in un luogo letteralmente vuoto, bianco, senza alcun niente, dove ti frustano se vaghi tra i tuoi #pensieri, perché è una #prospettiva realisticamente #impossibile… se si intendeva questo, allora mea culpa per vivere in una casa normale non dotata di stanzino dell’isolamento sensoriale tipo cosa si vede nei film… in caso contrario, allora devo dire che è un #metodo di merda. Ragà, io ho fatto tutti gli anni di #scuola elementare e media senza avere telefono/console/libri/quellocheè sempre in tasca da poter cacciare ai primi 10 secondi di noia, il mio #cervello è (come immagino lo siano tutti quelli che non sono stati bruciati da TikTok) abituato a dover risolvere la #noia senza aiuti esterni, è normale che se prendo e dico “ah si, ora mi metto proprio a non fare nulla, così la cosa che non volevo fare diventerà molto invitante!” non mi avvio sulla via sperata. 🦍

https://octospacc.altervista.org/2024/01/15/il-non-studiare-quando-non-si-studia/

fritto misto di octospacc · Non quando mi ricordo. - fritto misto di octospaccAssolutamente non io/me/this che mi ricordo appena ieri notte (!) che forse dovrei ripetere ancora per un #esame che è ormai tra 2 giorni (!!!)… poi però mi ricordo che sto tendendo a rimandare la conclusione della cosa non tanto per vizio, ma perché (in questo caso specifico) il materiale di #studio fa schifo. Se […]